aggiornato al 10/04/2020
La cassa integrazione è da sempre il principale tra gli ammortizzatori sociali.
Il meccanismo, nato per aziende oltre i 15 dipendenti ed in particolare per grandi aziende è stato utilizzato per grandi ristrutturazione e , molto pesantemente, durante la crisi della Lehnman Brothers quando la sola Fiat mise i suoi 43.000 dipendenti per un mese tutti in cassa integrazione ae a fine anno si raggiunse il miliardo di ore.
Si compone tradizionalmente di una richiesta della ditta alle organizzazioni sindacali.
Viene effettuata un istruttoria e, a seguito di ACCORDO, possono essere richieste all’Inps.
Trattasi, questa , della cassa integrazione ordinaria, indicata come CIGO
L’emergenza coronavirus ha indotto il legislatore a dotarla di fondi straordinari.
Ed è fruibile dalle aziende che versano un apposito contributo (es FSBA-Ebna per artigiani) agli enti paritetici di richiederla direttamente.
Per queste aziende il decreto salva Italia ha previsto che , per le aziende rientranti in questo caso, e quindi alla cassa integrazione ordinaria, l’accordo sia sostituito da una comunicazione alla parte sindacale.
Nel caso , invece, si superino i 5 dipendenti (da calcolare per persona, compreso gli apprendisti) è invece necessario ottenere anche l’accordo sindacale, che andrà allegato alla domanda.
Questi casi rientrano nell’art 19 del decreto salva italia.
La domanda va normalmente presentata direttamente all’ Inps.
In caso di presenza di ente paritetico come pr gli artigiani FSBA_EBNA va presentato atraverso la loro piattaforma.
Si precisa che la richiesta di regolarità agli enti paritetici per almeno 36 mesi non è necessaria, come chiarito dalla circolare dell’INPS ai fini della sola domanda alla cassa integrazione.
Referente: Michela Basso