Nei giorni in cui c’è una grande aspettativa per la “ripartenza / ricostruzione / riavvio almeno parziale delle attività e di una vita più normale, molte sono le incognite e grandi le preoccupazioni per alcuni aspetti, persino peggiorativi, circa la “fase 2”.
La vita: secondo autorevoli filosofi e giornalisti non allineati ai tam tam televisivi, la criticità maggiore è data nel definire l’obiettivo nel ritorno alla vita piena, non solo biologicamente sana, ma come?
E’ corretto riportare questa riflessione in quanto va ristabilito un equilibrio tra diritti fondamentali dei cittadini , non riducibili a lavoro e salute, ma anche a un corretto equilibrio tra rischi effettivi e necessità di ripresa di gran parte (anche se parzialmente e temporaneamente limitata) delle normali attività dell’essere umano, mai sospese in questo modo neppure in tempo di guerra.
Libertà e controllo: è l’aspetto davvero piu’ problematico. Cure mediche obbligatorie, monitoraggio di massa, utilizzo massiccio della tecnologia per un controllo capillare finiscono per disegnare una non-vita peggiore di tutti i regimi totalitari della storia e degni di un cupo romanzo di fantascienza. Si auspica che la società riesca a creare gli anticorpi del buon senso perché “continuare a restare a casa” perdendo le abitudini a un cibo sano e al moto quotidiano, danneggia anche la salute con riduzione della vitamina “D” e del sistema immunitario, aumentando il rischio di TUTTE le altre malattie.
L’aspetto medico del virus: impreparazione, errori, errate contromosse di organismi internazionali e nazionali e commistione di interessi economici, oltre al tentativo di nascondere gravi carenze del sistema sanitario (tutt’altro che “il migliore del mondo” a causa di tagli forsennati in ossequio ai parametri di Maastricht e al pareggio di bilancio inserito in costituzione), ha portato ad una grave sottovalutazione del problema, le cui conseguenze sono pagate dalla collettività.
Dispiace che le parole del Presidente del Consiglio, che ha citato il 21 aprile le cure o il vaccino, siano ridotte da media asserviti a poteri transnazionali alla sola parola “vaccini” – l’affare dell’attuale secolo, inculcando alla popolazione che questo sia l’unica soluzione finale.
Probabilmente la fine dell’emergenza sarà ottenuta da una serie di soluzioni, come un numero efficiente e sufficiente di posti letto in ospedale, piu’ cure diverse e anche eventuali vaccini di provata efficacia.
Luoghi di lavoro e rischio biologico: ogni luogo di lavoro con addetti e dipendenti avrà la necessita di un ripensamento. Dove si potrà (ma comunque sempre in modo parziale e non totale) il lavoro da casa per alcune attività diventerà strutturale. Auotocertificazioni penali, controlli sempre più ferrei, responsabilità e rischio quarantena obbligheranno i datori di lavoro a dedicare spazio e risorse economiche all’extracosto Covid-19 e la parola sanificazione e controllo delle temperature sarà un obbligo imposto (si auspica temporaneamente) a datori di lavoro e dipendenti con grandi responsabilità su entrambi.
Criticità psicologiche e legate al cambiamento imposto di abitudini:
uscire di casa sta par alcuni diventando critico anche per buttare la spazzatura. Atteggiamenti irrazionali ed emotivi paralizzano le persone che sono indotte da una campagna mediatica e martellante ad usare la mascherina anche quando guidano da sole in macchina o quando non vi siano rischi reali (distanziamento / barriere) Non va dimenticato che, PRIMA O POI, dovremo gradualmente ritornare “umani”. Attività di divertimento, sport, turismo, ospitalità, ristorazione, filiere corte e sane in agricoltura subiscono uno sconvolgimento che potrebbe durare molti mesi mettendo in particolare difficoltà interi settori non solo per i costi del blocco e di una ripartenza difficile, ma anche per le prospettive di medio termine. Sono le attività che più avranno bisogno di aiuto per almeno un anno.
Aiuti: annunci e realtà: si suggerisce di ascoltare sempre in modo molto attento e senza facili entusiasmi gli annunci che arrivano dall’alto, essendo indispensabile andare a verificare con pazienza nei singoli provvedimenti, i requisiti ed i vincoli. E’ l’essenza stessa del nostro lavoro studiare, interpretare e consigliarVi in modo indipendente e nel Vostro massimo interesse, afficnhè assumiate scelte consapevoli nei confronti delle banche, dei dipendenti, dei fornitori, degli uffici, nelle scelte finanziarie, per le imposte.
Rinviare i pagamenti, bloccare i finanziamenti, attivare gli ammortizzatori sociali straordinari, qualche credito di imposta, i 600 euro, bonus babysitter, aiuto ai poveri, reddito di emergenza sono strumenti temporanei, anche se aiutano. Affitti, bollette, contributi e imposte e sostenibilità delle pensioni (si tenga conto che senza entrate lo Stato sostiene milioni di statali, pensionati e cassa integrazione).
Solo un piano di enormi proporzioni può tuttavia ribaltare la prospettiva. Un iniezione di liquidita a fondo perduto garantita dallo Stato o da entità sovranazionale dovrebbe aprire la possibilita’ a contributi a fondo perduto e bandi con forte intensità di aiuto per risollevare stabilmente il tessuto economico. Un’iniziativa il cui riassorbimento e restituzione dovrebbe riguardare un periodo di restituzione/ammortamento di almeno 50 anni e più.
Il futuro dell’ Economia e del lavoro: Se la fase 1 è rappresentata dalla chiusura prudenziale (shutdown) e la fase 2 dalla successiva fase di “convivenza controllata” con il virus, è bene chiarire che la fase 3 non sarà un ritorno ai livelli pre-crisi, ma letteralmente un’altra DIMENSIONE, radicalmente e profondamente diversa, che si ritiene consista in una stabilizzazione dell’economia su altri livelli.
L’aspetto oggi piu’ difficile da valutare è quello di riuscire a comprendere i segnali anticipatori di tutte le dinamiche che emergeranno nei prossimi mesi, dovenulla sarà piu’ come prima.
Sopravviverà non il piu’ forte, ma chi sapra adattarsi meglio alla fasse 2 e a comprendere in cosa consisterà lo scenario finale della fase 3 e dove la nostra professiona, azienda, mestiere si andrà a collocare
Non siamo soli: il sottoscritto è presidente di un Centro Studi che conta 26 professionisti e specialisti di diverse discipline. Un cammino avviato il 23 maggio 2018 ed un intuizione che oggi è preziosissima, potendo contare, oltre che su cinque colleghi, agronomi, agrotecnici, esperti in energie rinnovabili, avvocati, ingegneri, informatici, mediatori creditizi, esperti in organizzazione aziendale e consulenti per lo sviluppo delle capacità personali .
Il mondo attuale è troppo complesso e gli ambiti troppo vasti per vederne una sola angolazione. Far parte di un gruppo di esperti permette una migliore comprensione dei fenomeni e un un servizio piu’ ampio e migliore.
Specializzazioni: Contabilità, adempimenti, consulenza fiscale e assistenza al contenzioso si aggiungono alle paghe e consulenza del lavoro, revisione contabile e controllo di gestione, societario, aggregazione e reti di impresa, agricoltura e bandi comunitari costituiscono competenze in piu’ da mettere a disposizione
Un forte impegno insieme a Voi
Il Nostro Studio, consapevole delle difficoltà che attraverseremo nei prossimi 16/18 mesi, con alti e bassi, aperture e chiusure, fallimenti e rinascite, è al vostro fianco per fare fino in fondo e soprattutto oggi la sua parte insieme a Voi per arrivare dall’altra parte più forti e temprati da questa esperienza, cogliendo anche le opportunità che questo periodo riserverà a chi saprà reagire, rimanendo attento ed elastico nell’affrontare sfide impegnative, ma necessarie e a valutare sempre soluzioni nuove, nella consapevolezza che solo parte del nostro vecchio bagaglio potrà essere utile nell’affrontare un mondo diverso.
Nell’auspicio che a farne le spese non siano le libertà personali e con moderata prudenza ed ottimismo verso il futuro, siamo certi di poter costituire ogni giorno per i nostri assistiti un sicuro punto di appoggio per aiutarvi a mantenere la serenità e ad avviarsi verso un graduale, progressivo miglioramento.
Gianluca Pizzio 23 aprile 2020